Dopo gli ottimi risultati seguiti all’uscita dalla crisi pandemica, l’economia bolognese esaurisce l’effetto del rimbalzo positivo e mostra i primi segnali di rallentamento. I principali indicatori congiunturali, che già a fine 2022 avevano perso intensità, nel corso del 2023 si sono ulteriormente indeboliti.
E l’ultimo trimestre conferma i segnali negativi registrati in corso d’anno: ancora in flessione produzione, fatturato e ordini (tra il -1% e il -3% circa), continua a mancare il sostegno dei mercati esteri (-4% il fatturato, -3% la domanda estera). Non fa meglio la metalmeccanica (con un picco negativo del -9% per il fatturato estero), qualche segnale positivo viene dal packaging (tra il +5% e il +6% fatturato e produzione), nonostante ordinativi ancora in flessione (-9% la domanda estera).
Tra ottobre e dicembre torna a crescere il comparto edile, +1%, tiene il settore turistico, con un complessivo +6%, mentre si fermano le vendite del commercio al dettaglio, -0,1%.
Si chiude così un anno in progressivo rallentamento, nel quale i segnali in chiaroscuro della prima metà d’anno si sono via via trasformati in soli segni negativi: -1,4% la produzione (era +5,8% a fine 2022), -0,9% il fatturato (rispetto al +7,6% dello scorso anno), frenato dal -1,1% complessivo del fatturato estero (dal +7,6%), e -1,9% gli ordini (+5,8% nel 2022), con un analogo -2,0% della domanda estera (era +4,7%).
Flessione su dinamiche pressochè doppie per la metalmeccanica, che a fine 2022 aveva evidenziato risultati migliori del manifatturiero in complesso. Fatturato, produzione e ordinativi registrano un calo compreso tra il -2% e il -3%, oltre il -2% anche i mercati esteri.
Segnali positivi invece dal comparto del packaging, che sembra ripartire dopo un 2022 complicato: gli indicatori sono tutti positivi, con produzione e fatturato vicini al +2%, ordinativi che tengono (+0,4%) nonostante la frenata dell’ultimo trimestre, e un mercato estero che registra dinamiche tra il +5% della domanda e il +7% delle vendite.
Cresce di un ulteriore +1,6% il volume d’affari nel settore edile, in cui tengono sia la componente artigianale, che la parte cooperativa (entrambe sul +1,3%).
Maggiori difficoltà per il comparto dell’artigianato: oltre il -4% la flessione di produzione e ordinativi, -3% il fatturato. Meno dinamici anche i mercati esteri, tra il -2% del fatturato ed il -3% della domanda estera.
Tiene la cooperazione, che chiude l’anno con gli ordinativi in crescita, +1,5%, nonostante la sostanziale stabilità di produzione e fatturato. In rallentamento invece i mercati esteri (-2%).
Tendenza positiva per il comparto dell’industria alimentare: vicina al +4% la crescita di produzione e ordinativi, +6% quella del fatturato, trainato dal +10% sui mercati esteri.
Nei servizi la crescita del volume d’affari in corso d’anno è stata del +1,8%, a fronte del +6,8% che ha chiuso il 2022.
Variazione del +0,4% per le vendite del commercio al dettaglio, dovuta unicamente al +2,9% dei primi tre mesi dell’anno: tiene il comparto alimentare, +0,3%, cresce la grande distribuzione, +5,7%, rallenta il comparto non alimentare, -1,3%. Crescita al di sotto del +1% per il commercio all’ingrosso.
Ancora in crescita, anche se su intensità pressoché dimezzate, le attività turistiche, che chiudono l’anno con un +8%: +4% il volume d’affari delle strutture ricettive, +9% quello della ristorazione, ancora vicine al +18% le agenzie di viaggio.
Data Notizia: 2024-03-01
Categoria pagina: Statistica e Studi
Tag: statistica