
Secondo trimestre in rallentamento per l’economia bolognese. I principali indicatori congiunturali del settore manifatturiero, che già nella seconda metà dello scorso anno avevano segnalato i primi riflessi delle tensioni nazionali ed internazionali, hanno progressivamente perso intensità: tra aprile e giugno 2023 la produzione conferma il -0,9% registrato nel primo scorcio dell’anno, poco al di sopra dello zero il fatturato (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2022), a cui viene a mancare il traino delle vendite all’estero (+0,3% il fatturato estero), in positivo gli ordinativi, +0,9%, sostenuti però totalmente dal +1,0% della domanda estera.
Non fa meglio la metalmeccanica, che registra andamenti negativi per produzione, -0,8%, e fatturato, -1,2%, con un fatturato estero che scende del -0,9%. Segnali incoraggianti vengono però dagli ordinativi, con un complessivo +1,3%, e una domanda estera che cresce del +3,0%.
Buona invece la performance del comparto del packaging, i cui indicatori sono tutti in crescita: +1,4% la produzione, +3,5% il fatturato, trainato dall’exploit delle vendite all’estero, +14,1% rispetto al giugno 2022, +2,4% per gli ordini complessivi, grazie al +8,8% della domanda estera.
Tiene ancora il settore edile, che in questi tre mesi registra un +2,8% del volume d’affari: in assestamento la componente artigianale (+0,6%), cresce la parte cooperativa (+5,4%).
Flessione più accentuata rispetto al manifatturiero in complesso per il comparto dell’artigianato: -2,7% per la produzione, fermo il fatturato, rallentato dal -0,7% delle vendite all’estero. In flessione anche gli ordinativi, -2,3%, con una domanda estera che scende del -5,4%.
Tiene la cooperazione, che presenta variazioni rispetto al giugno di un anno addietro al di sotto del punto percentuale: +0,3% la produzione, +0,7% il fatturato e +0,6% gli ordini complessivi; in flessione invece i mercati esteri (-2,5%).
Luci ed ombre per il comparto dell’industria alimentare: tra il +5% e il +6% la crescita di produzione e fatturato, crescono del +1,5% gli ordinativi, ma rallentano i mercati esteri, con fatturato ed ordini esteri che perdono tra il -2% e il -3%.
Nei servizi la crescita del volume d’affari in questi tre mesi è stata del +2,3%.
Variazione del -0,2% per le vendite del commercio al dettaglio: la tenuta del comparto alimentare, +0,2%, e la crescita sostenuta della grande distribuzione, +7,0%, non sono sufficienti a compensare il -2,7% del comparto non alimentare. Rallenta anche il commercio all’ingrosso, -1,0%.
Ancora in crescita le attività turistiche, anche se l’intensità nei tre mesi si è pressoché dimezzata (dal +14,1% di fine marzo, al +6,8% di questo trimestre): +2,7% il volume d’affari delle strutture ricettive, +7,5% quello della ristorazione, +12,2% per le agenzie di viaggio.
E per oltre 1 operatore del settore su 2 il peggioramento della congiuntura mondiale, oltre al persistere di tensioni internazionali, lasciano ampi margini di incertezza anche per i prossimi mesi d’attività. Il saldo tra ottimisti (che si aspettano un’ulteriore crescita della propria attività per i prossimi tre mesi) e pessimisti (che ne ipotizzano invece un rallentamento), ancora in attivo tre mesi fa, mostra a fine giugno i primi segnali di sfiducia, tanto che sono in maggioranza gli intervistati che ritengono produzione, fatturato, ordini e domanda estera in diminuzione nei prossimi mesi.
I primi sei mesi dell’anno confermano, nel complesso, il rallentamento dell’economia bolognese: nel settore manifatturiero, rallentano produzione, -0,9%, e ordini, che perdono un -0,3% nonostante la tenuta della domanda estera (+1,0% nei sei mesi); poco al di sopra dello zero la crescita del fatturato, +0,2%, trainato dal +2,6% del fatturato estero, almeno in parte legato a spinte inflazionistiche. Leggermente superiori alla media le performance del comparto metalmeccanico e del packaging, sostenuti da mercati esteri ancora ampiamente in crescita (+10,4% l’incremento della domanda estera nel packaging rispetto al giugno 2022, +6,6% il fatturato estero). In progressivo rallentamento invece, dopo la rinuncia agli incentivi, il settore edile, che passa dal +4,9% del volume d’affari di fine 2022, al +3,0% di questi sei mesi.
I servizi chiudono i primi sei mesi del 2023 con un risultato positivo, ed un fatturato che, nonostante il progressivo affievolirsi delle dinamiche, cresce complessivamente del +2,7%: +1,3% per il commercio al dettaglio, sostenuto dal +7,4% della grande distribuzione, +10,4% per il settore turistico, che nonostante il rallentamento delle dinamiche di crescita osservato nell’ultimo trimestre registra comunque tra gennaio e giugno un +8,0% per le strutture ricettive e un +10,4% per la ristorazione.
RIVISTE AL RIBASSO LE PREVISIONI DI CRESCITA
Gli scenari di previsione formulati da Prometeia per l’area metropolitana di Bologna ad ottobre 2023 stimano una crescita dell’economia bolognese per l’anno in corso del +0,9%, in contrazione rispetto a quanto ipotizzato tre mesi fa (si stimava un +1,3%), anche se leggermente superiore alle stime regionali e nazionali (entrambe vicine al +0,8%).
Chiuso un 2022 al +4,5%, nel 2023 la crescita si confermerebbe dunque più contenuta, e anche per il 2024 non si andrebbe oltre un +0,7%.
La tendenza provinciale per il 2023 sarebbe caratterizzata dalla tenuta di reddito e consumi, influenzati da spinte inflazionistiche, ma frenata dal rallentamento dell’interscambio commerciale, le cui stime di crescita per l’anno in corso si ridurrebbero ad un +2,3%, dopo il +6,9% ipotizzato a fine luglio. Le stime dell’occupazione sembrerebbero in assestamento, limitate dalle difficoltà di incontro tra domanda ed offerta sul mercato del lavoro: +1,3% gli occupati, il tasso di disoccupazione potrebbe scendere al 3,4%.
Persa la spinta propulsiva delle costruzioni (+0,7% stimato per l’anno in corso, a fronte del +13,1% del 2022), il rilancio dell’attività industriale bolognese sembrerebbe arrestarsi in un quadro di notevole incertezza sull’evoluzione futura, con un -2,7% stimato per il 2023. Prospettive di crescita invece per i servizi (+2,3), confermata la flessione del settore agricolo (-2,5% per il 2023).
L’AUMENTO DEI TASSI APPLICATI HA LIMITATO L’ACCESSO AGLI STRUMENTI FINANZIARI DISPONIBILI
Per l’83% delle imprese del manifatturiero bolognese il fabbisogno di credito nei primi sei mesi del 2023 è rimasto invariato. Solo l’11% segnala un aumento del ricorso agli strumenti finanziari disponibili, un anno addietro era il 25%. Maggiore ricorso al credito per le imprese di medie dimensioni (con 10-49 dipendenti), per il 22% delle quali il fabbisogno di credito nella prima metà dell’anno è aumentato.
Oltre 8 imprese bolognesi su 10 ritengono adeguata la quantità di credito disponibile e la tipologia degli strumenti finanziari offerti. Il 60% circa delle imprese ritiene adeguati anche i tempi di valutazione e le garanzie richieste. Inferiore l’apprezzamento per il tasso applicato, ritenuto adeguato solo dal 23% delle imprese intervistate, e i costi complessivi dei finanziamenti, ritenuti non adeguati dal 62% delle imprese.
Tra le principali criticità emerse, significativo l’aumento dei tassi applicati, evidenziato come principale difficoltà dal 42% delle imprese (era il 12% dodici mesi fa), così come l’aumento dei costi e delle commissioni applicate (segnalato dal 26% delle imprese); riduzione della quantità del debito concesso e aumento delle garanzie richieste sono invece criticità limitate complessivamente al 4% delle imprese. Il 25% degli operatori non ha comunque indicato criticità, ritenendo le condizioni applicate soddisfacenti.
Il 98% delle imprese bolognesi si è sempre trovato in condizione di poter adempiere agli impegni finanziari assunti con le banche in questi primi sei mesi del 2023, con un picco del 100% nel settore dei metalli, e un 5% in difficoltà nel settore metalmeccanico.
Non molto diverse le opinioni delle attività di commercio al dettaglio, dove però sale al 21% la percentuale di chi ha incrementato nei primi mesi del 2023 il ricorso al credito. Maggiori criticità per il comparto abbigliamento ed accessori, dove l’8% delle attività ha avuto difficoltà ad adempiere agli impegni finanziari assunti.
TORNA A CRESCERE LA BASE IMPRENDITORIALE BOLOGNESE
A fine settembre sono 94.185 (erano 93.872 a fine giugno) le sedi d’impresa registrate in Camera di commercio, di cui 84.346 risultano attive. Se alle sedi di impresa si aggiungono le 24.653 unità locali presenti, si ottiene un totale di 118.838 attività registrate a fine settembre nell’area metropolitana di Bologna.
E le dinamiche imprenditoriali si fanno più intense: tra luglio e settembre sono nate 1.118 attività, quasi 100 in più rispetto al settembre 2022, e si sono registrate 800 cessazioni effettive d’attività, 31 in più rispetto al settembre dell’anno precedente, con consistenze che stanno progressivamente riallineandosi a quanto registrato negli anni precedenti la pandemia.
Il bilancio del trimestre è dunque positivo e pari a +318 attività, con un tasso di crescita del +0,34%, miglior saldo di un periodo luglio-settembre dal 2013 ad oggi.
In regione tutti valori positivi, con la media emiliano romagnola che si assesta sul +0,24%. Bologna fa meglio anche dell’andamento registrato a livello nazionale, dove in questi tre mesi la crescita è del +0,26%.
Positivo il saldo del settore industriale (144 attività in più e una crescita complessiva del +0,61%), aiutato dalla ripresa delle attività edili (+119 unità nei tre mesi, con un tasso del +0,83%), ma anche dal recupero del settore manifatturiero (+25; +0,28%), che interrompe il trend negativo dell’ultimo biennio.
Crescono i servizi, con 222 unità in più e una variazione del +0,37%: tra i segnali positivi, la svolta in attivo delle attività turistiche (+35; +0,47% tra luglio e settembre), di quelle commerciali (+22; +0,11%) e dei trasporti (+9; +0,24%). In rallentamento le sole attività di informazione e comunicazione, che in questi tre mesi perdono 14 unità, con un calo del -0,46%.
In calo agricoltura e pesca (-16; -0,21%).
Prosegue la crescita strutturale delle società di capitale (+148 attività e una variazione del +0,48% tra luglio e settembre), ma in questi tre mesi il saldo migliore è quello delle ditte individuali, aumentate al ritmo di otto nuove attività al giorno, con un bilancio trimestrale di +202 attività, pari a una crescita del +0,45%. Negativo, invece, il saldo delle società di persone (-34 unità, pari ad una variazione del -0,21%), si stabilizza quello di cooperative e consorzi (+2; +0,09%).
Tiene la componente artigiana, che a Bologna rappresenta quasi un’impresa su tre, e che ha chiuso il periodo con un saldo positivo di +131 imprese (470 le iscrizioni di nuove imprese contro 339 cessazioni).
Dall’inizio dell’anno sono nate 4.527 attività, 562 in più rispetto al settembre 2022 (erano 3.965), e si registrano 213 cessazioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (3.603 in questi nove mesi, erano 3.390 a settembre 2022): il bilancio dei primi nove mesi dell’anno, con 924 unità in più e una crescita del +0,98%, cresce di oltre il 60% rispetto al +575 di un anno addietro.
Riparte in questi nove mesi il settore turistico (+61 unità, pari ad un +0,82%), crescono ancora le attività professionali (+98; +2,01%) e quelle immobiliari (+79; +1,10%), tengono le attività edili (+15 attività, con un +0,10%), in rallentamento invece, nonostante i segnali positivi dell’ultimo trimestre, il settore manifatturiero (-130; -1,44%) e quello del commercio (-400; -1,92%).
Bilancio in attivo per le società di capitale (+637 unità nei nove mesi ed una crescita del +2,09%), tra gennaio e settembre hanno aperto quasi 3mila nuove ditte individuali.
Data Notizia: 2023-10-31
Categoria pagina: Statistica e Studi