
Chiuso un 2021 positivo, in cui il rimbalzo sull’anno precedente ha segnato valori costantemente in crescita, il 2022 si apre con indicatori ancora ampiamente positivi, anche se le dinamiche di crescita sembrano perdere l’intensità osservata nei mesi della ripartenza: +6,9% la produzione, quasi due punti percentuali in più per fatturato (+8,9%) e ordinativi (+8,6%), bene le vendite all’estero (+6,1% la domanda estera, +7,2% il fatturato estero).
Forte la spinta propulsiva della metalmeccanica, con una tendenza positiva mediamente superiore all’andamento del manifatturiero in complesso. Fatturato e produzione raggiungono rispettivamente un +14,3% e un +11,2%, 12,9% in più per gli ordinativi; importante la tenuta del mercato estero, con un +11,5% del fatturato e un +9,8% della domanda estera.
Indicazioni di rallentamento invece per il comparto del packaging, che meglio aveva tenuto nel periodo della crisi pandemica, ma che già nel corso del 2021 aveva mostrato dinamiche meno intense: il 2022 si apre con un -3,7% per la produzione, mentre fatturato e ordinativi perdono tra il 2% e il 3%. Preoccupa il -6,9% della domanda estera, a cui si affianca il -3,1% delle esportazioni.
Ancora un +7,2% per il volume d’affari del settore edile, in cui continuano a crescere sia la componente artigianale (+8,2%), che la parte cooperativa (+3,4%).
Note positive, anche se meno rilevanti rispetto al manifatturiero in complesso, nel comparto dell’artigianato: +3,8% per la produzione, +4,5% il fatturato e +5,0% per gli ordinativi. Rallentano i mercati esteri (-4,3% per il fatturato e -1,8% per la domanda estera).
Tiene la cooperazione, le cui dinamiche di crescita continuano ad essere però meno significative della media di settore: l’anno si apre con un +1,4% per la produzione, +1,8% il fatturato e +2,1% gli ordini, sostanzialmente stabili invece i mercati esteri.
Pressoché stabile l’alimentare, sostenuto esclusivamente dai mercati esteri: +7,6% le esportazioni, +6,2% la domanda estera; variazioni vicine allo zero invece per produzione, fatturato e ordinativi totali.
I servizi aprono l’anno con un +12% del volume d’affari.
Prosegue il trend di crescita delle vendite del commercio al dettaglio, ma il +6,2% è dovuto unicamente al +13% del comparto non alimentare: ancora in flessione invece il comparto alimentare (-4,9%) e la grande distribuzione (-6,1%). Crescita vicina al +7% per il commercio all’ingrosso.
Recuperano un ulteriore 26,4% in complesso le attività turistiche, che ancora un anno fa perdevano oltre un terzo del volume d’affari: +31,6% il volume d’affari delle strutture ricettive, +24,6% quello della ristorazione, recupero del +42,1% per le agenzie di viaggio.
E se per oltre 2 operatori del settore su 3 fattori quali l’impennata dei costi energetici, la carenza di materie prime e la persistente difficoltà a reperire manodopera, oltre che le tensioni Russia-Ucraina, lasciano ampi margini di incertezza per i prossimi mesi d’attività, in realtà il saldo tra ottimisti (che si aspettano un’ulteriore crescita della propria attività per i prossimi tre mesi) e pessimisti (che ne ipotizzano invece un rallentamento) risulta in attivo per tutti i principali comparti del manifatturiero.
Nel comparto del packaging, ad esempio, nonostante le difficoltà in questo primo scorcio d’anno, oltre 1 operatore su 3 stima per il periodo aprile-giugno un aumento di produzione e fatturato, rapporto che sale a 1 su 2 quando si parla di ordinativi.
E solo 5 operatori dei servizi su 100 si aspettano un rallentamento del volume d’affari per i prossimi mesi dell’anno: in particolare, nel comparto turistico le aspettative sono di aumento o al più di stabilizzazione degli affari, con un picco dell’80% che conferma stime di crescita per i prossimi tre mesi tra gli intervistati delle agenzie di viaggi.
I costi delle materie prime
Solo l’11% delle imprese bolognesi del settore manifatturiero non ha registrato aumenti dei prezzi dell’energia, percentuale che scende al 7% se si parla di materie prime non energetiche necessarie per l'attività, e due imprese su tre hanno comunque registrato problemi di approvvigionamento.
Particolarmente colpite dall’aumento dei costi dell’energia le industrie dei metalli, oltre la metà delle quali dichiara rincari superiori al +25%, e quelle alimentari, tra le quali la percentuale che dichiara aumenti superiori al +25% sale al 68%.
Per la metà delle imprese delle industrie dei metalli sono aumentati di oltre il +25% anche i costi delle materie prime non energetiche, rincari invece dell’ordine del +10% per i settori alimentare e abbigliamento.
L'interscambio commerciale
È di oltre 4,6 miliardi di euro il valore delle esportazioni bolognesi nei primi tre mesi del 2022 secondo le rilevazioni Istat rielaborate dall’Ufficio Statistica della Camera di commercio, con una crescita rispetto allo stesso trimestre del 2021 del +15,7%.
A livello regionale, solo Piacenza resta in difficoltà, con una flessione del -1,6%, rispetto ad una media regionale del +24,0% e italiana del +22,9%.
In valore assoluto, le vendite bolognesi all’estero continuano ad ottenere risultati superiori anche a quanto registrato in periodo pre-covid: a marzo 2019 le esportazioni si erano fermate infatti a poco più di 3,7 miliardi di euro, con una variazione del +6,5%.
La buona performance delle esportazioni è stata accompagnata da una crescita altrettanto significativa delle importazioni, +18,8%, segnale rilevante considerando che la manifattura bolognese opera sulla trasformazione di materie prime e semilavorati. Più accentuata la crescita delle importazioni sia in regione, +32,9%, che a livello nazionale, dove gli acquisti dall’estero in corso d’anno sono aumentati del +42,9%.
Rispetto a fine marzo 2021, in crescita il settore manifatturiero (+15,9%), da cui provengono quasi il 99% delle esportazioni bolognesi: tutte in aumento le vendite dei comparti manifatturieri, con un picco del +66% per i prodotti petroliferi.
Crescita leggermente inferiore alla media, ma comunque importante, per le vendite estere della meccanica (+11,1%): il comparto dei mezzi di trasporto segna un +12,0%, +6,3% per i macchinari. Crescita più consistente invece per computer, apparecchi elettronici e ottici (+18,6%) e apparecchi elettrici (+22,0%), +20,2% per metalli e prodotti in metallo.
Tra i primi dieci partner delle imprese bolognesi, in aumento le vendite in Germania, principale meta di destinazione della manifattura bolognese oltre confine (+5,7%); in crescita anche le vendite negli Stati Uniti e in Francia (entrambe con un +21,1%), +21,7% anche le esportazioni nel Regno Unito.
Verso il Giappone la crescita è del +7,2%, calano invece le vendite verso la Cina (-7,0%), a causa del concomitante rallentamento delle vendite di mezzi di trasporto (-26,8%) e macchinari (-5,8%), che complessivamente definiscono il 70% del valore delle merci esportate dalle imprese bolognesi sul territorio cinese.
L’interscambio con Russia e Ucraina
Nei primi tre mesi del 2022 le esportazioni verso la Russia incidono per l’1,8% delle esportazioni complessive delle imprese bolognesi. Bologna copre il 26% delle esportazioni regionali verso la Russia e incide per il 5% su quelle italiane.
Si tratta di circa 82 milioni di merci esportate tra gennaio e marzo: perso l’11% rispetto al marzo 2021, ed il 3% da inizio anno.
Il 40% del valore dei beni realizzati a Bologna e venduti in Russia proviene da macchinari e apparecchi meccanici (-14,5% rispetto a marzo 2021), e dai mezzi di trasporto (-48,4%), poi articoli farmaceutici e prodotti chimici (-17,9%), e i prodotti del comparto moda (-30,4%). +412% invece l’export dei prodotti alimentari.
Dalla Russia le imprese bolognesi hanno acquistato per oltre 4 milioni di euro, con una crescita del +5,2% rispetto al marzo 2021, ma pressoché ridotte di un quarto nei tre mesi; si acquistano prevalentemente prodotti alimentari, sostanze e prodotti chimici, legno e prodotti in legno, metalli, articoli in gomma e materie plastiche.
Il peso delle esportazioni bolognesi verso l’Ucraina si riduce allo 0,3%. Si tratta di poco meno di 14 milioni di euro (-63,3% rispetto al marzo 2021 e -82,3% da inizio anno), di cui quasi la metà in macchine e apparecchi meccanici e mezzi di trasporto. Passa invece da oltre 12 a poco più di un milione il valore dell’export di prodotti alimentari.
Nello stesso periodo le imprese bolognesi hanno acquistato dall’Ucraina per poco meno di 3 milioni di euro, di cui oltre la metà di prodotti agricoli.
Data Notizia: 2022-09-20
Categoria pagina: Statistica e Studi
Tag: statistica