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In calo sia le aperture che le chiusure: tra ottobre e dicembre sono nate 1.149 attività e si registrano 1.381 cessazioni, in entrambi i casi il valore più basso dal 2000 ad oggi. Il bilancio dell’ultimo trimestre è dunque negativo (-232 attività e un tasso di variazione del -0,24%), e di fatto cancella quanto di positivo accennato nei mesi centrali dell’anno.
In regione tutti valori negativi, e la media emiliano romagnola si assesta su un analogo -0,22%. Risulta migliore l’andamento a livello nazionale, dove in questi tre mesi si registra una crescita del +0,10%.
Nei tre mesi 75 attività in meno, e un rallentamento del -0,32%, per l’industria; 36 unità in meno, con una variazione del -0,06%, per i servizi. In rallentamento anche agricoltura e pesca (-21; -0,26%). Tengono le attività edili (+7 unità nei tre mesi, con un tasso del +0,05%), i servizi di informazione e comunicazione (+11; +0,39) e quelli alle imprese (+12; +0,32%), ancora in sofferenza manifattura (-82; -0,88%), commercio (-14; -0,07%) e attività turistiche (-17; -0,23%). In termini percentuali, l’avanzamento più sensibile (+0,81% su base trimestrale) si registra, tra i comparti con oltre mille imprese registrate, nei servizi creditizi e assicurativi (20 le imprese in più).
Prosegue la crescita strutturale delle società di capitale (+28 attività nei tre mesi e una variazione del +0,09%), ma non è sufficiente a compensare le quasi 8 ditte individuali al giorno che si sono perse tra ottobre e dicembre (per un totale di 706 imprese individuali che hanno chiuso l’attività nei tre mesi, con una flessione del -0,07%), oltre alle 219 società di persone in meno computate a fine periodo (-1,28%).
In rallentamento anche la componente artigiana, che a Bologna rappresenta quasi un’impresa su tre, e che ha chiuso il periodo con un saldo negativo di -45 imprese (324 le iscrizioni di nuove imprese contro 369 cessazioni).
Nel corso dell’anno sono nate 4.499 attività, oltre 1100 in meno rispetto al 2019 (erano 5.644), e si registrano quasi 800 cessazioni in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (4.869 nel 2020): il bilancio annuale, nonostante i due trimestri centrali positivi, conferma il periodo a velocità ridotta del sistema imprenditoriale bolognese, con 370 unità in meno da inizio anno e una flessione del -0,39%.
54 attività in meno, e un rallentamento del -0,09%, per i servizi; 107 unità in meno, con una variazione del -0,46%, per l’industria. In calo anche agricoltura e pesca (-178; -2,19%). Tengono in corso d’anno le attività edili (+65 unità, pari ad un +0,47%), ma anche, grazie ai mesi centrali dell’anno, le attività turistiche (+30; +0,40%), in difficoltà le attività commerciali (-286; -1,32%) e manifatturiere (-166; -1,76%).
Bilancio che resta in attivo per le società di capitale (+506 unità nei dodici mesi ed una crescita del +1,74%), a soffrire di più nel 2020 le realtà meno strutturate, che tra ditte individuali e società di persone chiudono oltre dieci attività al giorno.
E’ opportuno ricordare peraltro che normalmente le cancellazioni di attività dal Registro delle imprese si concentrano nei primi tre mesi dell’anno. La forte contrazione dei flussi di iscrizioni e cancellazioni delle imprese suggerisce dunque un rallentamento del sistema imprenditoriale bolognese, in conseguenza del forzato rallentamento delle attività in molti settori economici, ma per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi sanitaria sul tessuto imprenditoriale saranno probabilmente significative le risultanze del primo trimestre dell’anno in corso.
Data Notizia: 2021-01-19
Categoria pagina: Statistica e Studi
Tag: statistica