L’economia bolognese ha superato nel 2022 le previsioni che lo scoppio della guerra aveva creato. La previsione è di una crescita del +3,8% rispetto al 2021, in linea con i risultati regionali (+3,9%) e nazionali (+3,8%).
Il 2022 ha visto rispetto al 2021 un rilancio di reddito (+6,9%) e consumi (+13,5%), limitato però dal rallentamento dell’interscambio commerciale (+1,6% le stime dell’export per il 2022, erano +10,5% a fine 2021). Le stime dell’occupazione sembrerebbero in assestamento, frenate dalle difficoltà di incontro tra domanda ed offerta sul mercato del lavoro: +0,2% gli occupati, il tasso di disoccupazione si stabilizzerebbe sul 4,5%.
Grazie alle misure a sostegno del settore, nel 2022 le costruzioni sono state determinanti nel trainare la crescita complessiva, con un aumento del valore aggiunto (+13,5%) più che doppio rispetto a quello dei servizi (+5,5%), mentre l’industria, su cui continuano a pesare gli aumenti di costi energetici e materie prime, nel 2022 ha avuto un rallentamento stimato nel -1,8%. In flessione anche il settore agricolo (-2,6%).
Ma i costi e le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, oltre alle incertezze delle dinamiche sui mercati esteri, sembrerebbero avere proiezioni per il 2023, che non andrebbe oltre un assestamento del +0,4%, in linea sia con il dato regionale (+0,5%) che con quello nazionale (+0,4%).
E la tendenza provinciale per il 2023, su cui pesano incertezze e tensioni inflazionistiche, sarebbe caratterizzata dal ridimensionamento di reddito (+4,8%) e consumi (+5,3%), da un’occupazione che fatica a ripartire (+0,7% gli occupati; 4,3% il tasso di disoccupazione) e da una crescita dell’export limitata al +2,2%.
Per tutti i settori è al momento prevista una forte contrazione per l’anno in corso. Per il settore edile, prima dello stop dei bonus, erano previsti tassi di crescita al +2,2%. In positivo le previsioni per i servizi (+1,5%), si stima invece un’ulteriore flessione nell’industria (-2,7%), il cui valore aggiunto scenderebbe al di sotto dei livelli pre-covid.
Nel 2022 crescita vicina al 6% per il manifatturiero bolognese
Il 2022 ha chiuso con segni ampiamente positivi, ma dimezzati rispetto al rimbalzo del 2021. Nel 2022 le imprese manifatturiere mediamente hanno visto aumentare il fatturato e le vendite dell’estero del +7,6%. Occorre però considerare che questo è un dato che risente anche dell’aumento dei prezzi.
Produzione e ordini sono aumentati del +5,8% rispetto a fine 2021. Gli ordini dall’estero del +4,7%.
Le imprese metalmeccaniche sono mediamente cresciute di più e hanno chiuso l’anno con un aumento del fatturato dell’11%, della produzione del +9% , la domanda dall’estero è aumentata del +8%, portando gli ordinativi complessivi ad una crescita annuale del +9%.
Diverso l’andamento del comparto del packaging: nonostante i segnali positivi dell’ultimo trimestre, le imprese del settore hanno avuto mediamente lo stesso livello di fatturato del 2021, rallentato però del -0,6% sui mercati esteri. Gli ordini dall’estero sono diminuiti del -2,7% . In flessione anche la produzione e gli ordini complessivi, entrambi vicini al -2%.
Il 2022 ha visto un incremento medio del +5% nel volume d’affari delle imprese edili.
Anche le imprese artigiane del manifatturiero chiudono il 2022 con segni positivi: +3,4% per la produzione, +3,8% il fatturato, bene anche gli ordinativi (+2,7%). Meno dinamici i mercati esteri, attorno al -2%.
Tiene la cooperazione: l’anno chiude con la produzione al +2,2%, +2,6% il fatturato e +4,1% gli ordini, i mercati esteri si assestano attorno al +0,5%.
Tendenze positiva per comparto dell’industria alimentare: vicina al +2% la crescita di fatturato e ordinativi, sostenuta dal +4,2% sui mercati esteri, la produzione oscilla invece attorno a variazioni nulle.
Nei servizi la crescita del volume d’affari in corso d’anno è stata del +6,8%.
Variazione del +3,1% per le vendite del commercio al dettaglio, dovuta unicamente al +4,9% del comparto non alimentare: ancora in flessione invece il comparto alimentare (-0,6%), perde slancio la grande distribuzione (+0,4%). Crescita vicina al +6% per il commercio all’ingrosso.
Ancora un recupero in doppia cifra (+16,5%) per le attività turistiche, che chiudono l’anno con tutti segni positivi: +19% il volume d’affari delle strutture ricettive, +15% quello della ristorazione, boom del +37% per le agenzie di viaggio.
Meccanica, GDO e turismo i settori che investono di più a Bologna
Nel corso del 2022 il 58% delle imprese del manifatturiero bolognese ha effettuato investimenti.
La metà delle imprese ha investito di più che nel 2021 e anche di più di quanto faceva prima della pandemia.
Si investe ancora soprattutto per esigenze di innovazione degli impianti e di sostituzione o rinnovo dei macchinari esistenti, ma si osserva una sempre maggiore attenzione verso i processi di digitalizzazione, tramite l’acquisto di computer e software, e di innovazione di prodotto.
Investimenti importanti in impianti, macchinari e prodotti innovativi per il 60% delle imprese del settore della metalmeccanica, rallentano invece gli investimenti nel comparto del packaging, dove la quota di imprese investitrici è diminuita di oltre 20 punti percentuali, dal 57% del 2021 al 34% del 2022.
Nel settore edile solo un’impresa su quattro dichiara di aver effettuato investimenti nel 2022, ma nel 65% dei casi si tratta comunque di investimenti superiori a quelli realizzati nel 2021, e nel 70% superiori anche a quelli del 2019.
Maggior considerazione per la logistica e la distribuzione dei prodotti per le imprese del commercio al dettaglio, con il 25% che ha investito nello sviluppo della distribuzione, ed il 35% nell’apertura di una nuova sede o nel rinnovo di quella già esistente, con un picco nella grande distribuzione organizzata, dove la quota delle imprese investitrici raggiunge l’83%, e di queste oltre una su due investe in logistica.
Anche il 46% delle imprese bolognesi che operano nei servizi ha effettuato investimenti nel 2022, e di queste l’85% ha investito di più rispetto all’anno passato, e oltre la metà di più anche rispetto al 2019. Si investe soprattutto in digitalizzazione, ma anche in acquisto di impianti e miglioramento dei prodotti.
Più che raddoppiata la quota delle imprese investitrici nel settore ricettivo, dal 26% al 67%, aumentano anche gli investimenti nella ristorazione, dove peraltro la totalità delle imprese dichiara di avere investito di più dell’anno precedente.
Numero delle imprese: 118.747
Sono 94.549 le imprese registrate alla Camera di commercio al 31 dicembre 2022, di cui 84.527 attive. Se alle sedi di impresa si aggiungono le 24.198 unità locali presenti, si ottiene un totale di 118.747 attività registrate a fine anno nell’area metropolitana di Bologna.
Lo shock derivante dalla pandemia sembra essere stato assorbito solo in parte dal sistema imprenditoriale bolognese, probabilmente complici le tensioni internazionali e il caro energia, che nel corso del 2022 frenano le dinamiche imprenditoriali locali.
Tra gennaio e dicembre sono nate 5.177 attività, 98 in meno rispetto al 2021, 467 in meno rispetto al 2019.
Crescono invece le cessazioni effettive d’attività: sono 4.662 quelle rilevate tra gennaio e dicembre, 262 in più rispetto del 2021, anche se restano ancora ampiamente al di sotto delle consistenze registrate negli anni precedenti la pandemia. Nel 2019 avevano chiuso 1005 imprese in più.
Il bilancio annuale è dunque positivo, e, complici le deboli dinamiche di nati-mortalità osservate in corso d’anno, le 515 attività in più registrate a fine 2022, rappresentano, se si esclude il rimbalzo post-pandemico del 2021, il risultato migliore degli ultimi dieci anni.
Il contributo più rilevante viene dalle attività edili (+241), che sostengono completamente il settore industriale (59 attività in più), che sconta invece il rallentamento del settore manifatturiero (-181).
Diminuiscono le attività nei servizi, con 508 unità in meno. tra i segnali positivi, la crescita delle attività professionali (+57) e dei servizi creditizi e assicurativi (+65). In rallentamento invece le attività turistiche, che tra gennaio e dicembre perdono 118 unità, quelle commerciali (-502) e i trasporti (-61).
In calo anche l’agricoltura (-155).
Prosegue la crescita strutturale delle società di capitale (+757 attività). Aumentano anche le ditte individuali, cresciute al ritmo di otto nuove attività al giorno, con un bilancio annuale di +141 attività. Diminuiscono le società di persone (-362 unità) ed è in leggera flessione anche il numero delle cooperative e consorzi (-21).
Sono 26.590 le imprese artigiane, rappresentano poco meno di un terzo delle imprese attive bolognesi, e sono cresciute tra gennaio e dicembre di 219 attività.
6.650 sono le imprese giovanili, con oltre 1.440 nuove attività avviate in corso d’anno, e 20.014 le imprese femminili, che rappresentano poco più del 21% delle imprese.
13.255 le attività gestite da stranieri, oltre 14 attività su 100, e crescono a un ritmo di quasi 120 nuove attività al mese.
Data Notizia: 2023-03-02
Categoria pagina: Statistica e Studi
Tag: statistica