2020 negativo per l’economia bolognese, frenata dagli effetti della pandemia su un tessuto produttivo che già a fine 2019 aveva manifestato segnali di rallentamento. Tutti i principali indicatori congiunturali del settore manifatturiero chiudono l’anno in territorio negativo: -11,6% per la produzione, -10,7% il fatturato, calano del -9,0% le vendite all’estero, in flessione del -9,8% gli ordinativi, con una domanda estera che si ferma al -6,9%.
In calo la metalmeccanica, con una tendenza negativa mediamente superiore all’andamento del manifatturiero in complesso. Fatturato e produzione perdono tra l’11% e il 13%, 12,4% in meno per il mercato estero, il calo degli ordinativi arriva al -9,9%.
Fa meglio il comparto del packaging, la cui flessione non va oltre il -5,9% della produzione; meno profonda la flessione di fatturato (-4,5%) ed ordinativi (-4,2% complessivo) e -1,1% la domanda estera). Segnali di fiducia vengono dai mercati esteri: +3,5% rispetto al 2019 le esportazioni, +0,9% la domanda estera.
Perso il 9% del volume d’affari nel settore edile: in rallentamento sia la componente artigianale (-8,2%), che la parte cooperativa (-7,9%).
Nel comparto dell’artigianato flessione che resta a due cifre: -13,7% per la produzione, -12,8% il fatturato e -13,1% per gli ordinativi. In rallentamento anche i mercati esteri (-10,2% per il fatturato e -9,4% per la domanda estera).
Segnali di inversione di tendenza per la cooperazione, che nella seconda metà dell’anno mostra solo segni positivi: l’anno chiude con un -0,3% la produzione, -1,7% il fatturato e -1,2% gli ordini, le esportazioni ottengono un +3,0%, accompagnato dal +1,5% della domanda estera.
Resta in flessione l’alimentare: cali tra il -5% e il -7% per produzione, fatturato e ordinativi; -1,5% le esportazioni, -1,6% la domanda estera.
Perso in corso d’anno il 15% del volume d’affari nei servizi.
Flessione del -7,3% per le vendite del commercio al dettaglio: -5,3% il comparto alimentare, -12,7% il non alimentare. Tiene la grande distribuzione (+7,4%). Rallentamento di poco superiore al -10% per il commercio all’ingrosso.
Importante la flessione delle attività turistiche in complesso, che perdono in un anno oltre un terzo del volume d’affari (-36,2% rispetto a fine 2019): pressoché dimezzato il volume d’affari delle strutture ricettive (-46,6%), ridotto di un terzo quello della ristorazione (-33%), perdite superiori alla metà del volume d’affari (-57,5%) per le agenzie di viaggio.
Nella seconda metà del 2020 l’andamento congiunturale del settore manifatturiero, che a fine giugno aveva toccato il picco negativo, sembra comunque in timido miglioramento. Tutti i principali indicatori congiunturali, vicini al -20% a metà anno, pur restando in territorio negativo sembrano progressivamente ridurre l’intensità della flessione: nell’ultimo trimestre dell’anno si è ridotto ad un terzo il calo di produzione e fatturato, rispettivamente -6,5% e -5,2% (erano -19,1% e -18,3% a fine giugno), ridotta ad un quarto la flessione degli ordinativi (-4,1%), con una domanda estera che si ferma al -2,2% (-16,2% in complesso e -11,3% la domanda estera nel giugno scorso), calano del -4,2% (rispetto al -15,7% di fine giugno) le vendite all’estero.
Restano invece le difficoltà del macro settore dei servizi, che negli ultimi tre mesi dell’anno cancella i timidi segnali di recupero del trimestre luglio-settembre. Perso l’11% del volume d’affari complessivo: tra ottobre e dicembre ulteriore -3,9% per il commercio al dettaglio, dove tiene solo la grande distribuzione (+9,8%), crolla il settore turistico (-38,4% in complesso, pressoché raddoppiato rispetto alla flessione di fine settembre), con evidenti difficoltà per strutture ricettive (-41,6%) e ristorazione (-37,2%).
Data Notizia: 2021-03-10
Categoria pagina: Statistica e Studi
Tag: statistica