
Il Presidente Veronesi: “Due anni fa sembrava impossibile immaginare che la pandemia non avrebbe diminuito il numero di imprese e imprenditori. L’effetto è stato invece quello di renderle più strutturate in società di capitali. Ora le persone tornano a scoprire la libertà di muoversi e viaggiare, ma le imprese devono affrontare le nuove frontiere di materie prime ed energia. Occorre dare fiducia agli investimenti”.
L’andamento del numero delle imprese
A Bologna 1.535 nuove imprese fra gennaio e marzo 2022. Mediamente 26 nuove imprese ogni giorno. Complessivamente si tratta di 100 in meno rispetto un anno fa, 241 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il dato che continua mantenersi stabile è quello delle cessazioni, -1.754 nei primi tre mesi del 2022, valore che continua ad essere, con quello di marzo 2021, il minore degli ultimi 20 anni.
Andamenti che confermano che la pandemia non ha avuto effetti nella dimensione base imprenditoriale bolognese.
Ad oggi sono 94.661 le imprese che hanno sede nell’area metropolitana di Bologna, che diventano 118.536 comprendendo anche le attività di imprese che hanno sede fuori Bologna.
La pandemia non ha quindi alterato la densità imprenditoriale che vede una impresa ogni 10 abitanti.
Andando ad analizzare i vari settori ne emerge uno in particolare. È quello dell’edilizia. È aumentato numericamente più di tutti gli altri (+45 imprese nei primi tre mesi), assieme a quello delle attività immobiliari (+15).
Il settore che si è contratto di più numericamente con l’inizio del 2022 è il commercio, -258 attività, seguito dall’agricoltura, -139, e dalle attività manifatturiere, -88. In negativo anche le attività di alloggio, turismo e ristorazione, -65, e il trasporto, -30.
Pare emergere un’accelerazione costante verso la trasformazione delle imprese in realtà sempre più strutturate.
Ogni 4 imprese che chiudono 3 sono ditte individuali. Mentre fra le nuove imprese le società di capitale sono più del 40%.
E così nei primi tre mesi del 2022 Bologna ha registrato 212 società di capitale in più. Ed è proprio il commercio il settore dove la consistenza di srl e spa è maggiore. Seguono le imprese che svolgono attività immobiliari, quelle edili e le attività manifatturiere.
Le ditte individuali paiono dunque velocemente ritirarsi a favore delle società di capitali e ciò avviene soprattutto nei settori che più hanno visto cambiamenti tecnologici e di scenario quali il commercio, le costruzioni, la manifattura.
Le previsioni occupazionali
Le imprese bolognesi prevedono di assumere 7.490 figure professionali entro maggio, mediamente 242 persone ogni giorno. 600 in più rispetto alle previsioni di assunzione di aprile 2022.
Fra maggio e luglio 2022 la previsione è di 23.540 assunzioni.
Il dato è quindi ampiamente positivo, ma riflette anche quanto le imprese stanno affrontando come conseguenza del complicato scenario internazionale.
Si tratta infatti di dati minori rispetto allo stesso periodo 2021 (-1990) e rispetto a maggio-luglio 2019 (-3880).
Una ricerca di personale su due viene da imprese con più di 50 dipendenti. Tre posti su quattro vengono offerti da imprese di servizi. Nel 25% dei casi viene offerto un contratto a tempo indeterminato. È molto alta la richiesta esperienze professionali precedenti, richieste in due casi su tre.
I dati evidenziano una forte richiesta di competenze da parte delle imprese per affrontare la concorrenza preparate.
Rispetto al pre-pandemia è aumentato al 32% il numero dei posti che le imprese prevedono espressamente di ricoprire con ragazzi e ragazze che hanno meno di 30 anni.
Il 26% dei posti è destinato a figure di alta specializzazione, percentuale che è in forte crescita rispetto a prima della pandemia, ed è nettamente superiore rispetto alla media italiana (18%).
Parallelamente è in netta crescita, sempre rispetto a prima della pandemia, il numero delle ricerche destinate a personale laureato, 21% rispetto al 15% di maggio 2019.
In 45 casi su 100 le imprese bolognesi prevedono di avere forti difficoltà nel trovare le professionalità cercate. A maggio 2019 questa percentuale era al 31%.
I dati emergono dalle rilevazioni Excelsior condotte dal sistema della Camere di commercio in collaborazione con Anpal.
Scenari previsionali
Il 2019 aveva chiuso con una crescita del valore aggiunto del +1,6%. Il 2020 ha visto un crollo al -8,3%. Il 2021 ha recuperato oltre le previsioni finendo con un +6,5%.
Gli scenari di previsione formulati da Prometeia per l’area metropolitana di Bologna ad aprile 2022 ipotizzano una crescita dell’economia bolognese nell’anno in corso del +2,3%, ridimensionata di oltre un terzo rispetto alle ipotesi di inizio anno.
Le stime portano ad una previsione di crescita di oltre 840 milioni di euro rispetto al 2021. Per il 2023 la previsione è per una crescita del +2,6%.
In linea con l’andamento previsto sia a livello regionale (+2,4%) che nazionale (+2,2%), Bologna si confermerebbe prima tra le province dell’Emilia Romagna, e terza in assoluto dopo Milano e Bolzano, nella classifica delle provincie italiane del valore aggiunto per abitante.
La tendenza provinciale per il 2022 sarebbe caratterizzata dalle conferme di reddito (+3,9%) e consumi (+7,9%), ma frenata dalle incertezze dell’interscambio commerciale (+2,4%, era +10,5% a fine 2021).
Nonostante la spinta propulsiva delle costruzioni (+8,1% nel 2022), la crescita dell’inflazione, le difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime e le conseguenze della guerra in Ucraina, sembrerebbero incidere sulla ripresa dell’attività industriale bolognese, che per il 2022 segnerebbe un -1,3%. Prospettive ancora positive invece per i servizi (+3,3%), nuovamente in flessione il settore agricolo (-2,7% per il 2022).
Data Notizia: 2022-05-13